Action Toys : Groizer X ATR01 (グロイザーX) – Recensione
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Action Toys : Groizer X ATR01 (グロイザーX) – Recensione
Nome del prodotto: | Groizer X ATR01 “Action The Rising 01” |
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Titolo dell’opera: | (グロイザーX Guroizaa X) |
Marca: | Action Toys |
Genere: | Die Cast Action Figure |
Prezzo: | 27.500 yen |
Data di Uscita: | Settembre 2024 |
Materiali: | ABS, PVC, Die-Cast |
Simone Battaglioni (SimonPPC) Foto, Video e Recensione
Supporto tecnico e menzione speciale: Fred77 – Davide
Supporto tecnico: Kengiu – Giustino
Supporto tecnico: Shin71 – Paolo
Supporto tecnico: Patlabor – Claudio
Supporto tecnico: Actarus77 – Alfredo
Thanks to all collectors and community of www.gokin.it
Introduzione
Action Toys è un’azienda specializzata nella produzione di modelli robotici, con un focus particolare sui personaggi dei cartoni animati giapponesi degli anni ’70 e ’80.
Ecco alcuni punti chiave che la caratterizzano:
Gamma di prodotti:
- E’ nota per la sua linea di prodotti “Mini Action”, che include figure in scala ridotta di robot classici come quelli di “Getter Robot” e “Jeeg Robot d’acciaio”.
- Oltre alle figure in scala ridotta, l’azienda produce anche modelli più grandi e dettagliati, spesso con parti in metallo die-cast.
- I loro prodotti sono apprezzati per la loro fedeltà ai design originali dei cartoni animati.
Mercato di riferimento:
- L’azienda si rivolge principalmente ai collezionisti di modelli robotici e ai fan dei cartoni animati classici giapponesi.
- I loro prodotti sono spesso venduti in negozi specializzati e tramite rivenditori online.
Caratteristiche dei prodotti:
- Alta qualità dei materiali e della costruzione.
- Dettagli accurati e fedeli ai design originali.
- Articolazioni mobili che consentono di posizionare i modelli in varie pose.
- Alcuni modelli includono accessori aggiuntivi, come armi e parti intercambiabili.
In sintesi, Action Toys è un’azienda che si è ritagliata una nicchia nel mercato dei modelli robotici, offrendo prodotti di alta qualità per i fan dei cartoni animati classici giapponesi.
Dando vita a una nuova serie denominata “Action The Rising” questo Groizer X ATR01 basato sul progetto di Tsuyoshi Nonaka, sarà il primo di questa nuova linea,
ed è il soggetto di questa recensione.
Descrizione :
Groizer X (グロイザーX, Guroizaa X) è un anime giapponese di genere robotico-fantascientifico prodotto dalla Knack Animation nel 1976, trasmesso da Tokyo Channel 12 e tratto da un manga di Gosaku Ota, che collaborerà anche a due ulteriori versioni del fumetto di Groizer X,
pubblicate fra il 1976 ed il 1977.
La serie si compone di 36 episodi.
Go Nagai supervisionerà il solo progetto dell’anime, e per questo,
verrà spesso erroneamente accreditato in Occidente come co-creatore della serie.
In Italia l’anime è stato trasmesso nel 1981 su Canale 5, ma ebbe poco successo e venne replicato raramente, negli anni successivi, solo su qualche TV locale.
Trama
Gli alieni Gaira che si nascondono nella regione artica vogliono conquistare la Terra.
Il dottor Yan viene catturato con la figlia ed è costretto a lavorare per gli alieni per creare l’arma definitiva, un robot aereo trasformabile chiamato Groizer X,
alto 100 metri e dal peso di 1200 tonnellate.
La figlia Rita prende il controllo di Groizer X, riesce a fuggire dai Gaira e arriva in Giappone.
Qui incontra il pilota Joe Kaisaka che assieme a lei userà il robot per respingere gli invasori.
Dopo questa introduzione e premessa andiamo a descrivere il modello nel dettaglio.
Contenuto e Confezione del Groizer X ATR01:
Il Groizer X arriva in una scatola di cartone rigido di dimensioni contenute,
frontalmente è raffigurato il modello in volo trasformato in aereo con il Robot come sfondo.
Già l’impatto estetico della confezione è notevole e trasmette quel senso di “Giocattolo”
di quando eravamo bambini, sensazione che leggerete spesso in questa recensione.
Ai lati continua la rappresentazione del modello nelle sue due forme.
Così sopra e sotto in bellissime raffigurazioni del Groizer X in pose dinamiche.
Sul retro possiamo trovare le caratteristiche tecniche del modello e l’unica cosa che non viene raffigurata è la presenza della basetta espositiva.
Una volta aperta la confezione al suo interno troviamo un vassoio di polistirolo contenente il modello,
un vassoio di plastica trasparente con tutti gli accessori e il manuale.
Particolare cura nel confezionamento del modello è stata portata, viene tenuto fermo da un piano di polistirolo, a sua volta un coperchio di plastica sagomato lo tiene fermo e per finire imbustato
in un sacchetto di plastica morbida che impedisce aderenze e sfregamenti.
Nonostante tutta questa cura il modello che ci è giunto presentava un’antenna leggermente piegata,
se vi dovesse accadere la stessa cosa la soluzione è semplicissima e basta riscaldarla
con il Phon per capelli qualche secondo,
senza toccare l’antenna e magicamente la vedrete ritornare diritta.
Menzione speciale al manuale che contiene le parole dello stesso Tsuyoshi Nonaka
tradotte da noi per voi e una bellissima raffigurazione del Groizer X Groizer X ATR01.
Riepilogando all’interno della confezione troverete:
- Groizer X
- Le tre navicelle G-Jet, G-Trivella, G-Squalo
- Il missile Torpedo
- Asta di supporto in alluminio
- Aggancio per il Robot
- Aggancio per la basetta modalità Robot
- Aggancio per la basetta modalità Aereo
- Basetta espositiva
Modalità Robot:
Robot: | Groizer X |
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Altezza: | 26 Cm |
Peso: | 845 Grammi |
La prima modalità di cui vi parliamo è quella robotica, che è stata scelta anche dall’azienda per confezionare il prodotto che vi troverete tra le mani.
Una volta preso in mano si avverte subito la robustezza e la pesantezza del modello e quello che ci viene immediatamente trasmesso è la sensazione di ritornare bambini, come quando avevamo visto il giocattolo nel negozietto dietro casa, prima dell’avvento della grande distribuzione e che sognavamo di tenere tra le mani e di giocarci trovandolo sotto l’albero a Natale.
Ogni sua parte è stata pensata ponderatamente e si avverte all’istante muovendolo.
Gli snodi e i materiali trasmettono solidità e non si ha paura a maneggiarlo di rompere qualcosa.
Però tratteniamo l’emozione e cerchiamo di andare per ordine nel descrivervi ogni sua parte.
La testa nonostante l’inconveniente descritto è stupenda, lo snodo garantisce un movimento fluido.
Le spalle ruotano facilmente con uno snodo a scorrimento e a scatto, data la natura e la forma del robot manca un basculamento, ma che viene compensato con il movimento naturale delle braccia anch’esse a scorrimento.
I gomiti utilizzano lo stesso metodo, scorrimento e scatto insieme, è una goduria per le orecchie sentire tutti questi click di movimento e lo scorrimento garantisce la posizione millimetrica che si vuole scegliere. Se fossero stati solo a scatto si avrebbe avuto quella fastidiosa unica scelta che permette un singolo scatto, invece unendo la progettazione dello scorrimento si può scegliere innumerevoli pose.
Gli avambracci hanno una particolarità che vi descriveremo in seguito.
I pugni hanno uno snodo a sfera e pollice e dita possono muoversi, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno dato che il robot non possiede nessun tipo di arma o scudo da impugnare.
Il bacino ruota a scorrimento e a scatto senza offrire però
nessun basculamento orizzontale o laterale.
Gli snodi delle anche sono molto solidi e a scatto e grazie agli sportellini frontali e laterali offerti dal bacino possono far assumere alle gambe facilmente qualsiasi posa.
Gli snodi delle ginocchia sono a scatto non rigido e in parte a scorrimento.
Per finire arriviamo allo snodo delle caviglie che è a sfera
permettendo ai piedi di muoversi liberamente.
Sotto ai piedi vi sono i reattori della modalità aereo che rientrano a molla
senza dare alcun fastidio e anzi aumentano la stabilità del modello.
Cosa aggiungere, tutta questa mobilità è davvero inaspettata, perchè a un primo occhio estetico non si vedono snodi e sembra un modello destinato a restare a soldatino, invece è molto posabile e in alcuni casi raggiunge davvero pose dinamiche spettacolari per un modello di queste dimensioni e composizione dei materiali.
I materiali sono in plastica rigida a parte le antenne che sono in plastica morbida.
La composizione del metallo è davvero difficile da identificare in alcune zone, mischiano sapientemente la plastica sopra al metallo per ottenere risultati ottimi.
Per la composizione dei materiali vi lasciamo allo schema che vi abbiamo preparato.
La verniciatura è ben stesa e di ottima qualità, nella copia in nostro possesso ci sono qualche piccola sbavatura qua e la come tutti i prodotti in serie presentano, in alcuni casi è bastato un pennello per togliere la vernice in eccesso e ottenere quella sotto che non ha subito nessun tipo di escoriazione.
Aggiungendo che è davvero difficile a occhio nudo capire la composizione dei materiali dalla verniciatura. Le parti in plastica e quelle in metallo risultano praticamente uguali.
La colorazione ha tenuto conto anche di questo fattore, realizzando nel progetto colori dei vari pannelli leggermente differenti anche per evitare quell’antiestetico difetto di contrasto dei colori nella verniciatura tra metallo e plastica.
Modalità Aereo
Apertura alare: | 35 Cm |
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Lunghezza: | 27 Cm |
Questo modello è stato disegnato e pensato proprio per offrire una trasformazione completa in modalità aereo, senza rinunciare alla mobilità e al tempo stesso all’estetica.
Implementando quello che in gergo viene definito All-In-One e cioè senza nessun tipo di attacca e stacca. Come averete letto dalle parole dell’autore stesso Tsuyoshi Nonaka.
Passiamo quindi alla trasformazione seguendo i passaggi descritti nel manuale.
Leggendo questo note sembra complicato, ma è più semplice di quanto sembri.
Vi segnaliamo subito che alcuni passaggi sono assenti e alcune frecce non corrispondono ai movimenti corretti da applicare.
Trasformate con calma per evitare danni irreparabili, per quanto siano materiali ottimi e robusti tutte quelle piccole antenne, punte e derive potrebbero rompersi con una forza eccessiva o un urto.
Vi anticipiamo che nonostante la trasformazione effettuata nessuna parte del robot ha subito sverniciature e in questo bisogna fare un grande applauso alla progettazione, che ha tenuto conto dell’attrito delle varie parti del modello.
Iniziamo quindi dagli avambracci ruotandoli di 90 gradi, procediamo ora a muovere verso l’esterno i sovrapugni, farli scendere e ruotarli in modo che finiscano davanti al pugno stesso.
Muoviamo il pollice da sotto le dita al suo fianco
(qui viene descritto erroneamente di spingere all’interno).
Estraiamo adesso gli avambracci verso il basso e
successivamente ruotiamoli di 90 gradi come in figura 06.
Apriamo le ali sulle spalle prestando attenzione alla loro forma, aiutandoci spostando la testa se necessario per non urtare le antenne.
Una volta effettuato questo passaggio procedete muovendo le braccia con gli avambracci in modo che le placche presenti sopra vadano ad agganciarsi alle ali, formando un pezzo unico.
Come mostrato in figura 09 i pernetti di aggancio devono andare a combaciare con le feritoie predisposte, prestando attenzione alle derive a punta nere. Invece di spingere vi consigliamo di fare leva e far incastrare dolcemente il tutto.
Ora non vi resta che ruotare le spalle in asse con la schiena per avere le ali pronte.
Passiamo quindi alle gambe.
Qui le dobbiamo far ruotare come in figura 11 e cioè di 90 gradi verso l’esterno.
Aprite quindi le derive (figura 12) e ruotatele (figura 13).
Se non avete mosso nulla o se non vi è arrivato il modello con i pernetti delle gambe già mossi,
potrete tranquillamente ignorare figura 14.
Aprite completamente le derive delle gambe (figure 15 e 16).
Per poi far combaciare i perni con il fronte degli stinchi (figura 17).
Aprite le derive rimanenti (figura 18).
Ora uno dei tanti passaggi che reputiamo ingegnosi consiste nel far scendere i pernetti
all’interno dei fori presenti nei piedi così da tenerli perfettamente allineati e saldi (figura 19).
La parte più complicata ora consiste nel far unire le due gambe (figura 21) e dovrete trovare un punto d’appoggio per premerle, guardando che tutti gli agganci siano ben allineati.
Noi vi consigliamo di fare pressione attraverso i piedi che risultano ben saldi così da sentire il clack e vedere le due gambe unirsi perfettamente, così come pure gli agganci dei piedi.
La figura 22 non viene descritta bene e consiste nel far ruotare il busto di 180 gradi in modo da avere metà robot al rovescio per la modalità aerea.
Questo è stato un passaggio che magari potrebbe essere considerato scontato per chi conosce il modello o vedendolo esteticamente, ma dopo la fase di trasformazione ci ha creato qualche grattacapo per appoggiarlo sulla basetta espositiva.
Come ultimo passaggio dovrete premere il pulsante in nero del bacino e far rientrare contemporaneamente le gambe all’interno del bacino.
L’ultimo passaggio consiste nel ruotare non solo la testa, ma proprio la parte centrale del busto con la testa stessa (figura 24). Essendo un po’ rigido come movimento prestate attenzione dato che dovrete fare pressione usando la testa per effettuare questo movimento
e a fine corsa date un occhio che la testa
non vada a urtare le torrette presenti sulla schiena.
Così la modalità aereo sarà completata.
Le torrette sulla schiena possono ruotare e le bocche di fuoco sono mobili.
Se vorrete estrarre i carrelli di atterraggio è molto semplice,
Muovete lo sportellino del petto aprendolo (figura 01),
per poi premendo i pulsantini laterali (figura 02).
Il carrello frontale uscirà a scatto (figura 03)
e dovrete solo muoverlo in asse e sarà pronto.
Per i carrelli retrostanti aprite gli sportellini (figura 05).
Estraete e mettete in asse i carrelli (figure 06 e 07).
Richiudete gli sportellini (figura 08) e tutto sarà pronto.
La modalità aereo è qualcosa di spettacolare,
trasmette l’essenza del robot e l’anime da cui trae l’ispirazione.
La forma è l’aspetto estetico non ne risentono affatto e snodi, oltre che viti a vista,
sono sapientemente amalgamati con tutto l’insieme.
Il bambino che è in noi tutti collezionisti sta facendo i salti di gioia e l’adulto che è in noi apprezza enormemente la qualità tecnica e estetica di questa trasformazione.
Dove il modello non è stato snaturato, ma semplicemente rivisto e ammodernato nel modo giusto.
Accessori e Basetta Espositiva del Groizer X ATR01
Gli accessori inclusi nel modello sono pochi, ma realizzati con estrema cura.
Considerando che altre aziende non si preoccupano di una basetta espositiva,
la stessa averla inclusa non solo per la modalità aereo, ma anche per quella robot
è una bellissima aggiunta.
La forma a X aggiunge un tocco di classe.
Andiamo con ordine.
Sono presenti i tre veicoli dei protagonisti e cioè il G-Jet, la G-Trivella e il G-Squalo.
Possono essere inseriti all’interno del Groizer X anche se con qualche piccola difficoltà,
date le dimensioni minuscole dei veicoli.
Il G-Jet si mette nella schiena con un semplice aggancio.
La G-Trivella si inserisce a pressione nell’ avambraccio sinistro
facendo combaciare i perni con i buchi presenti,
mentre il G-Squalo si mette nell’avambraccio destro sempre a pressione,
prestando attenzione a far combaciare correttamente il pernetto con il foro corrispondente.
Il Missile Torpedo va inserito nel perno presente nel petto in modalità aereo e può essere sparato premendo il pulsantino corrispondente sotto al collo.
Esaminando la basetta espositiva ci è piaciuto molto il sistema di fissaggio dell’aggancio del robot.
Un sistema manuale di fissaggio a vite per stringere sull’asta di supporto in alluminio.
Molto comoda questa soluzione e regolabile per l’altezza e la posa del robot scelta.
I perni che vanno ad appoggiarsi alla vita
non rischiano di rovinare il modello e tutto è stato pensato per questo.
Sostituendo semplicemente l’aggancio per la modalità aereo possiamo metterlo in posa in volo,
con o senza carrelli di atterraggio, con gli sportelli aperti per mostrare i veicoli al suo interno.
Dal manuale si può notare come non sia presente un pernetto alla base.
Molto probabilmente in fase di progettazione è cambiato qualcosa e hanno rimediato aggiungendo questo piccolo gradino che non rovina l’estetica della basetta ed è stato uno stratagemma veloce
per ovviare a questa distrazione.
Sarebbe stato bello inserire due supporti trasparenti per tenere i veicoli aggiuntivi in volo,
o magari inserire degli agganci trasparenti per simulare il loro ingresso all’interno del Groizer ATR01 .
Anche una targhetta con il nome del Robot da aggiungere frontalmente alla basetta sarebbe stato il tocco di classe.
Considerazioni finali e Votazione sul Groizer X ATR01 :
In un primo impatto questo modello ci è sembrato difficoltoso,
forse è stata l’emozione e la grande aspettativa che nutrivamo,
ma poi tutto si è dissipato in poco tempo.
La progettazione e la sensazione trasmessa è stata davvero unica che non si provava da tanto tempo.
Il design trasmette qualcosa di meccanico nella conformazione delle parti, un bellissimo Robot ridisegnato nell’aspetto e nel modo corretto come spesso dovrebbero fare gli artisti.
Senza snaturarne la forma e anzi dando uno svecchiamento e un realismo moderno.
Se fosse per tutto questo il modello meriterebbe un “10 con Lode” che non raggiunge per dei piccoli dettagli, che magari per qualcuno possono apparire superficiali,
ma a livello tecnico non sono trascurabili.
Un grande ringraziamento va a Tsuyoshi Nonaka che ha realizzato un Robot unico nel suo genere.
In conclusione questo è il Groizer X definitivo, non c’è molto altro da aggiungere, fare di meglio richiederebbe ulteriore progettazione e senza il forse ridisegnare da capo tutto il modello a discapito della bellezza estetica e della composizione dei materiali stessi.
Noi vi consigliamo vivamente di averlo in collezione, perchè è un vero gioiello di progettazione e tecnica oltre che di estetica.
Annotazioni sul Groizer X ATR01:
Groizer X ATR01
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