[Recensione] Bandai : GX-107 Gurren Lagann e Giga Drill “Tengen Toppa Gurren Lagann” Soul of Chogokin

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Copyright “Simone Battaglioni” Tutti i diritti riservati, è vietato copiare questa recensione o parte di essa senza la mia autorizzazione.

Simone Battaglioni (SimonPPC) Video, Foto e Recensione

Supporto tecnico: Fred77 – Davide
Supporto tecnico: Kengiu – Giustino
Supporto tecnico: Shin71 – Paolo
Supporto tecnico: Patlabor – Claudio
Supporto tecnico: Actarus77 – Alfredo

Introduzione:

Eccoci a parlare di uno dei modelli che è era abbastanza atteso negli anni.
Il Gurren Lagann tratto dall’Anime “Sfondamento dei cieli Gurren Lagann (天元突破グレンラガン, Tengen Toppa Gurren Lagann)”.
Il Manga disegnato da Kotaro Mori con i testi di Kazuki Nakashima è uscito nel 2007 in 10 Tankobon.
L’Anime, anch’esso uscito nel 2007, è composto da 27 Episodi di circa 24 Minuti
e edito in Italia dalla Dynit.
Essendo quindi una produzione abbastanza recente, Bandai non si era ancora cimentata nella realizzazione di nessun soggetto tratto da questo Manga/Anime.
Il Robot è chiamato così perchè formato da due componenti.
Il “Lagann” si riferisce alla testa mentre il “Gurren” altri non è che tutto il resto del corpo.
Il suo pilota porta il nome di Kamina (カミナ).

Contenuto e Confezione:

Il modello ci arriva in una scatola di cartone lucido di notevoli dimensioni.
Frontalmente viene raffigurato il Robot nella sua classica posa, retroestante troviamo raffigurati il robot con accessori e la basetta espositiva.
Aperta la confezione troviamo al suo interno il Manuale, nel quale vengono mostrati le fasi della trasformazione e dell’assemblaggio dei vari accessori,
oltre ai vari avvertimenti di delicattezza di alcuni componenti e di fare attenzione con la basetta espositiva e il rischio di caduta.
Peccato che non sia presente nessun accenno all’anime o al manga, non vi è nessun settei o altro.
Due vassoi in plastica contengono quasi tutto, mentre il modello risiede in un vassoio in polistirolo insieme al logo dorato da agganciare allo stand.
Il modello è dotato di 3 paia di mani intercambiabili, 1 mano destra che indica e 1 mano destra aperta che afferra.
1 trivella di normali dimensioni, 1 giga-trivella rotante, 32 mini trivelle da agganciare al corpo.
Parti del volto dell’addome con trivelle.
3 Paia si Occhiali da Sole (1 per il busto, 1 per essere tenuto in mano e 1 con aggancio per stand)
Lo zainetto alato denominato Gren Wing, 1 diadema con trivella.
Per il modellino Lagann sono presenti 2 volti opzionali e una mini-basetta oltre al pilota.
Per concludere è presente la basetta espositiva che funge da aggancio per la Giga-Trivella con ingranaggio manuale per poterla far roteare.
Per i dettagli tecnici vi rimandiamo alla tabella realizzata.

Personaggio, snodi e mobilità:

Il primo impatto prendendo in mano il modello non è proprio positivo, ma vediamo se questa sensazione svanisce iniziando a maneggiarlo.
Ciò che ci ha colpito in modo negativo è la poca solidità degli snodi delle gambe e l’aggancio del bacino.
In fase di posa immancabilmente il modello cade e bisogna prestare maggiore attenzione su come posarlo.
Iniziano a analizzare nel dettaglio il modello.
Partiremo dal Lagann.
Il Lagann si può considerare un piccolo gioiellino, nonostante le ridotte dimensioni è ricco di snodi e dotato di svariati accessori.
Ci si diverte a maneggiarlo e l’unico difetto è la verniciatura che non valorizza questo piccoletto.
Nonostante sia stesa molto bene, non esalta i pochi dettagli presenti.
Tolta quella parte di cappotta color cervello possiamo inserire il mini-pilota in dotazione conferendo a questo tappetto un ottimo pathos.
Lo si può posare come si desidera con le braccia mobili e le gambe, inserendolo nella minibasetta.
Per finire lo si trasforma con la minitrivella in uscita per essere inserito nel Gurren.
Passiamo ora a descrivere il Gurren.
Come accennato all’inizio il modello non ci è parso solido.
Maneggiandolo si avverte che manca qualcosa.
Come se fosse stato progettato da due team separati i quali ognuno si sia concentrato su un aspetto diverso del modello, tralasciando però una componente fondamentale che è la stabilità degli agganci e degli snodi.
Prima di trasformalo ci si può divertire posandolo come si vuole.
Gli snodi di anche e spalle sono molto resistenti, mentre le ginocchia appaiono molli.
Però ora passiamo all’aggancio per formare il “Gurren Lagann
La trasformazione è semplicissima e ci si aiuta con il manuale giusto per non correre rischi.
La cappotta scorre facilmente per innestare nell’aggancio presente il Lagann.
Ecco questo aggancio doveva essere fatto meglio, la mini-trivella non resta agganciata correttamente fino in fondo e tende a fuori uscire di lato.
Questo comporta che il Lagann rimane storto e l’unica maniera di far apparire la testa diritta è tenere il collo leggermente storto.
Inseriamo nel Lagann la parte del casco con diadema per completarlo.
Passiamo a estendere gli scudi degli spallacci, con un semplice movimente diventano più grandi e di grande impatto.
Le braccia vanno aperte per essere estese anch’esse.
La parte del bacino è quella peggio progettata. Il pezzo frontale va mosso in avanti leggermente per consentire l’apertura del modello.
Quindi si possono far roteare esternamente le placche laterali del bacino e richiudere il tutto.
L’aggancio non è solido e vi potrebbe capitare che la placca frontale si muova con conseguente apertura di scatto del modello.
Le gambe vanno estese aprendo gli stinchi, muovendo le ginocchia e tirando, richiudendo il tutto non si corre il rischio che il modello possa riabbassarsi.
Roteando per finire le ginocchia e la punta del piede (questa parte l’abbiamo omessa perchè a noi quel buco non piaceva),
il Gurren Lagann si mostra in tutto il suo splendore.
Maneggiando il modello trasformato diventa ancora più instabile e gambe e bacino continuano a soffrire di instabilità.
Lo snodo della testa è precario e muovendola rischia di rimanervi in mano da un momento all’altro.
Ottimo invece lo snodo di spalle, gomiti e anche che sono rigidi al punto giusto e menzione d’onore alla progettazione delle spalle che consentono un’ampia varietà di movimenti.
Il ginocchio ha una rotazione, ma non eccessiva, ma ci si aiuta dallo snodo dell’anca e muovendo tutta la gamba.
Le caviglie hanno una buona mobilità e consentono al piede di muoversi liberamente senza presentare problemi.
In sostanza è un robot con movimenti da Action Figure, ma che eredita tutti i difetti di un’action figure troppo snodata.
Se da un lato è positivo perchè permette una mobilità estrema, da un altro il rischio di caduta è dietro l’angolo, complice anche i materiali in metallo distribuiti nel robot.
Il metallo è presente nelle spalle e nei gomiti. Tutto il bacino interno con gli snodi delle anche, nelle gambe sono le due placche laterali, negli snodi delle caviglie e nella pianta dei piedi.
Vi potrà essere di aiuto nella composizione dei materiali la foto di schema inserita.
L’addome/busto lo abbiamo lasciato per ultimo perchè tolti gli occhiali viene mostrato il volto, che ha un piccolo pezzo mobile che consente di dare espressioni al viso.
Una volta tirato verso l’alto viene mostrato il pilota al suo interno, una bella chicca.
La verniciatura del modello è altalenante, dove alcuni pezzi sono perfetti, mentre altri presentano macchie e bolle.
Vi sono parecchi pezzi lasciati in pasta e non verniciati, nei quali si vedono gli stacchi dagli stampi (sprue).
Per un modello di questo costo ci si aspetterebbe una maggior cura nelle fasi di produzione e di controllo qualità.

Accessori e Stand:

La dotazione degli accessori non è elevata ma permette comunque di divertirsi.
Le mani sono svariate per ottenere le classiche pose.
Il Gren Wing aggiunge quel tocco di classe che in un Robot Alato fa la sua bella figura.
Le ali possono essere ripiegate estraendole e la parte del motore ha una leggera mobilità.
La trivella normale si aggancia facilmente al braccio.
Le mini-trivelle vanno tutte agganciate al corpo del Robot nei fori previsti.
Facili da innestare presentano un leggero movimento.
Ora arriviamo al pezzo che ha colpito e diviso i collezionisti.
La giga-trivella si monta facilmente e permette una volta agganciata al supporto dello stand di roteare tramite un ingranaggio manuale.
Qualcuno ha accennato che un motore alimentato a pile sarebbe stato ideale e volendo lo spazio di montaggio all’interno non mancava.
La giga-trivella ha degli agganci per essere esposta anche con stand trasparenti.
La basetta espositiva possiede due fori frontali che sono compatibili con gli stage prodotti da Bandai per cui ci si può sbizzarrire nel montare e agganciare quello che si desidera.
Per finire lo stand può essere utilizzato per tenere il modello sollevato tramite apposito braccio fisso e aggancio all’inguine.
Si sente la mancanza di qualche effetto speciale o anche di uno sfondo da aggiungere alle varie pose del Robot.

Difetti:

Considerazioni finali e Votazione:

Cosa ci è piaciuto e cosa non è ci è piaciuto di questo modello.
L’instabilità e la verniciatura sono i punti negativi, mentre l’elevata mobilità, la trasformazione e la dotazione di accessori sono punti positivi.
Se cercate un modello da spupazzare senza problemi e il Gurren Lagann definitivo, questo modello non fa al caso vostro.
Viceversa se vi piace il soggetto e la sua somiglianza con la controparte animata una volta montato e messo in vetrina fa un’ottima figura.
In conclusione poteva essere davvero un modello perfetto, uno di quei Soul of Chogokin da additare come uno dei migliori.
Invece si sono persi per strada con alcuni punti della progettazione come chiusi di corsa.

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