Tengen Toppa ha scritto:Vonhellasbrig ha scritto:Con colpevole ritardo (e ancor più colpevoli interruzioni in quanto in altre faccende affaccendato), ma complice un we di montagna senza internet, senza tv e soprattutto senza sole, ieri sera ho terminato la lettura di questo bel tomo.
Non ho mai fatto recinzioni e non ne sarei capace, però..sto libro è davvero forte, è un crescendo rossiniano che si libera da qualche incertezza e forzature iniziali per sprigionare tutta la sua potenza in vista di un finale rassicurante (forse si poteva osare di più), ma comunque gustosissimo.
L'opera può essere intesa come metafora della vita e, forse, della stessa carriera dell'autore, che attraverso i suoi alter ego dal carattere e dalla fisionomia diametralmente opposti conduce per mano, educa e corregge, a volte bonariamente, a volte meno, il lettore De Cecco.
melanconici e tristemente coinvolgenti quelli che paiono riferimenti autobiografici, pennellate che ci permettono di percepire fisicamente le situazioni che i protagonisti stanno vivendo, su tutte spiccano il soggiorno a Malta e la traversata del deserto. Bellissimi i tratteggi dei personaggi, impossibile non vincere le iniziali diffidenze per poi innamorarsene perdutamente (pure dell'insopportabile saccente).
Lo definirei un romanzo storico molto ben riuscito (più romanzo che storico, ma con meravigliosi aneddoti e riferimenti), con tratti noireschi e grandi citazioni (perchè no, la mitologia greca, il western da John Wayne a Leone, ma anche Casablanca), condite con inaspettate e spiazzanti battute che mi hanno strappato più di una sonora risata.
Consigliatissimo agli amanti del genere, peccato per quelle zozzerie che non permettono di farne oggetto di regalo ai parenti
ottima recensione, hai colto moltissimi punti.
più che metafora della vita o della mia carriera,
racchiude nella spartizione dei tre personaggi maschili i tratti salienti
della mia personalità. e i tre modi di approcciarsi alla protagonista
sono le tappe di un percorso sentimentale vissuto in prima persona.
grazie per averlo letto e per averne scritto
lusingato. in realtà più che una recensione è un gioco, dato che è la prima volta che leggo qualcosa di serio scritta da qualcuno che "conosco". la notte insonne mi ha poi portato un po'troppo lontano e pensavo (ho finito a letto l'ultimo capitolo non riuscivo ad aspettare stamattina) a robe un po'astruse, come certe interpretazioni che ho sempre trovato eccessive fin dal liceo.
così mi sono immaginato TT che voleva riscrivere alcune pagine iniziali (che mi sembra abbiano un ritmo diverso dal resto del romanzo), ma che poi le abbia lasciate volutamente così quasi per scherno/sfida.
Sempre giocando con la testa ho immaginato il parallelo carriera/vita/romanzo: gli inizi/vagiti un po' titubanti, una adolescenza prepotente e robusta, un finale rassicurante come la senilità (i protagonisti che in fondo trovano una nuova e più alta dimensione grazie alla quieta bellezza del deserto), sulla quale incombono episodi che ci ricordano che la tempesta è dietro l'angolo (il crudo episodio di mishari che irrompe a sconvolgere i nuovi equilibri appena trovati).
Il tutto che risponde poi al filo conduttore del narcisismo che accompagna i grandi autori, fardello che può essere pesante come una nave in ferro, ma che se ben governata offre un rifugio nei momenti di difficoltà.
So di aver lavorato di fantasia, ma l'insonnia è una brutta bestia, you know..
spero tanto che ci sia un seguito, ho letto best seller del genere che non valgono una pagina di questo, sono sincero