I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

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Zio Sam
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I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Zio Sam » 09/11/2016, 20:51

Cercherò di spiegare un attimo le linee di principio con cui Bandai ( e di riflesso, el altre aziende) realizzano un soc o gokin , sia in passato che oggi.
Il discorso sotto vale quando si vuole realizzare un a riproduzione anime style 100%, gli stravolgimenti stile Fewture o i semplici ammodernamenti stile src sono un'altra storia .


Allora.....




Per realizzare un modello il più simile alla controparte animata, si tende a partire dai sette usati per quest’ ultima .
Cosa sono ?
I settei ( disegni preparatori ) sono disegni realizzati da uno o più disegnatori e rappresentano la creazione grafica di tutti i personaggi ( character design) e mezzi meccanici ( mecha design ) che appaiono in un anime ( ci sono anche i monster design, ma quelli li ignoreremo…)
Vengono disegnati di fronte, profilo e negli scorci di vari particolari, dopodiché vengono passati ai vari animatori che li useranno come modelli di riferimento quando disegneranno le varie scene animate.
Quindi, essendo i settei la versione grafica ufficiale di un dato personaggio/robot ( che può cambiare di stile nel corso dell’ anime a seconda del disegnatore di turno) si usano anche come riferimento quando si realizza lo sculpt di un modello.
Nessun progettista si mette a guardare l’anime di turno ( di cui magari non frega nulla) cercando di capire come è fatto X o Y, sarebbe una perdita di tempo inutile.
Ci sono casi però in cui settei non bastano: nel caso di serie molto vecchie, i settei non rispecchiano minimamente quello che si vede in tv, per cui o si va di interpretazione libera e moderna, oppure, se si vuole la fedeltà all’ anime si vanno cercate altre fonti.
Esempio recente è il GX 70 Mazinger Z.
Non trovando disegni che rappresentassero il vero Z della Toei , lo staff di Hiroshi Tanaka ( che aveva realizzato lo Z DX ) si è rivolto a uno che lo Z lo aveva disegnato fino a conoscerlo a memoria: si tratta di Kazuhiro Ochi, animatore di vecchia guardia che ha realizzato le cover dei dvd delle serie nagaiane Toei e il fumetto digitale Dynamic Heroes , entrambi disegnati con uno stile che emulava quello delle serie originali.
Ochi, , che da piccolo seguiva lo Z in tv e lo conosce bene, aveva usato per anni come modello grafico quello del film “ Mazinga Z contro il Generale Nero”, da lui considerata la versione grafica più convincente.
Da questa lunga esperienza, ha poi realizzato dei nuovi settei dello Z su richiesta Bandai in modo che fossero usati per creare lo sculpt del GX 70.
Quindi, non è Bandai che ha deciso di fare il modello basandosi sul film, ma è una cosa che Ochi già faceva di suo da anni per lavoro e che ha riproposto a Bandai.
Ai progettisti Bandai non frega nulla dei film e per realizzare gli sculp degli altri soggetti della linea Dynamic Classic avranno attinto ad altre fonti: prova ne è il Getter 1, diverso nel viso da come è rappresentato nel film “ il Grande Mazinga contro Getter Robot”.
Per realizzare il Generale Nero, hanno ripreso paro paro la posa che ha nei settei della serie tv e via così.
Ma ci sono anche altri tipi di ragionamento sul modo di lavorare uno sculp.
Ad esempio, ci si è spesso lamentati per la troppa somiglianza di alcuni soc con le loro controparti vintage.
Nello specifico si parla di Daltanious, Voltes, Godsigma, Golion.
In questo caso la cosa ha un suo senso perché a essere pignoli gli originali non sono i robot dell’ anime ma i modelli vintage di Bandai .
Come è possibile ?
Una volta andava così : le aziende di giocattoli pensavano a un idea che ruotasse al giocattolo di turno ( esempio , un robot formato da sfere magnetiche, 5 astronavi che si uniscono in un robot ecc..) e poi affidavano il tutto a uno studio di animazione che creasse aspetto e trasformazione del soggetto.

Era però un sistema con dei limiti: in un epoca pre-internet, una volta completati i settei, bisognava farli esaminare dall’ azienda/sponsor che controllasse non solo che la trasformazione fosse materialmente fattibile, ma che pure l’ aspetto del robot non fosse complicato da riprodurre, neppure nei modelli destinati alle linee più economiche.
Un continuo via –vai dai luoghi di lavoro con conseguente spreco di tempo e di energie!
Il modo più veloce di porvi rimedio fu semplice: invece di affidare la creazione a studi esterni, si creò direttamente il robot “ in casa” e poi lo si affidava già bello che pronto agli studi di animazione che ci ricamavano una storia intorno ( questa unione di menti proveniente da aziende diverse si firmava sotto vari pseudonimi collettivi tipo Saburo Yatsude o Hajime Yatate )
Così Bandai fece con i già citati Daltanious, Voltes, Golion , Godsigma , Gordian. ( creati da Katsushi Murakami , che ha creato anche Raideen , Daimos , Vismarck e i Gobot/machine robo )
Ma anche qui c’erano degli impicci: i modelli spesso erano pieni di particolari, difficili quindi da rendere in animazione ( dove, siccome bisogna disegnare un enorme numero di fogli, si creano personaggi e mezzi dal minor numero di segni possibile in modo da sveltire il lavoro ) e perciò gli animatori semplificavano di molto il design originale .
Celebre è la mancanza delle zampe dei leoni su braccia e gambe del Golion animato .
Siccome i modelli trasformabili portano già di loro parecchi compromessi estetici , che rendono impossibile la fedeltà anime 100% , è ovvio che in Bandai, quando si tratta di realizzare ex novo modelli creati da lei stessa , usi i progetti vintage come principale canone di riferimento, in quanto sono di fatto la versione originale mentre quello che si vede nell’ anime una sua interpretazione e non viceversa.
D’altro canto il GX del Godsigma non sarebbe mai potuto venire uguale a quello tv, quindi tanto valeva fare un onesta versione moderna del vintage piuttosto che un accrocchio che cerchi di scimmiottare quello che non potrà mai essere .
Idem per gli altri.
Ecco spiegato quindi perché Bandai su alcuni soggetti componibili scimmiotta un pò troppo il vintage e su altri meno ( di solito quelli il cui vintage è stato realizzato da ditte concorrenti ).
Se mai faranno un Gordian, saprete già cosa ne verrà fuori.
Bè, più o meno questa è la storia di come Bandai ragioni quando fa un modello , magari c’è qualche errore e/o dimenticanza ma così è in linea di massima.
Spero non l’abbiate trovata una perdita di tempo.

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ruttolomeo
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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda ruttolomeo » 09/11/2016, 21:08

Post molto interessante, scritto bene, non sfigurerebbe come commento audio in un documentario sulla Bandai.
Complimenti all'autore.
saluti,
r.

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda BlueHeaven » 09/11/2016, 21:20

Bel post, complimenti!
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alibalbà
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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda alibalbà » 09/11/2016, 21:30

interessante! bravo Zio Sam

Simone G.
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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Simone G. » 09/11/2016, 21:34

è vera la cosa che il God Sigma originale è il giocattolo e non l'anime. Vale lo stesso identico discorso per i Masters, che nascono come giocattoli in plastica e non come serie TV. Filmation infatti stravolse alcuni personaggi perché Mattel ancora non li aveva realizzati ma solo annunciati. è il caso di Clawful, per esempio

detto questo, il God Sigma dell'anime è più bello e meglio proporzionato. Anche perché i giocattoli dell'epoca erano limitati per motivi tecnici, e lo sculpt rifletteva questa cosa

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Nico79 » 09/11/2016, 22:16

Bravo zio per il post interessantissimo
Molte cose le sapevo in modo superficiale, altre le ignoravo totalmente.
Ora ne so sicuramente di più, quindi grazie!

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Zio Sam
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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Zio Sam » 09/11/2016, 22:17

è vera la cosa che il God Sigma originale è il giocattolo e non l'anime. Vale lo stesso identico discorso per i Masters, che nascono come giocattoli in plastica e non come serie TV. Filmation infatti stravolse alcuni personaggi perché Mattel ancora non li aveva realizzati ma solo annunciati. è il caso di Clawful, per esempio

detto questo, il God Sigma dell'anime è più bello e meglio proporzionato. Anche perché i giocattoli dell'epoca erano limitati per motivi tecnici, e lo sculpt rifletteva questa cosa


La situazione cambiò però presto: già nel 1982 uscirono i valkirye di Macross , considerati i primi modelli dotati di "kazen henkei " ovvero la trasformazione perfetta, ovverovvero la trasformazione di un modellino uguale identica all' anime.
Almeno così pubblicizzava la Takatoku.
Ippei Kuri, il boss della Tatsunoko , disse in un intervista come reputasse impossibile all' epoca animare robot così complessi.
Ma ce la fecero cmq.
E si sa , i limiti sono fatti per essere superati e così negli anni seguenti uscirono anime robot sempre più complessi che mi chiedo come diavolo facessero a realizzarli a mano.

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda frizio » 09/11/2016, 22:44

complimenti zio,bello e interessante post!

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Zio Sam » 09/11/2016, 23:14

Veramente io parlavo dei disegni.... disegtnare a mano scene come questa dovevi avere 2 pelotas così
https://youtu.be/TtBi5dHAejM

adesso usano sempre più modelli 3d perché di sbattimenti simili non ha più voglia di farli quasi nessuno

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Jiraiya79 » 11/11/2016, 0:52

Grande Zio sei una forza!!
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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda BlueHeaven » 11/11/2016, 20:33

Zio Sam ha scritto:
è vera la cosa che il God Sigma originale è il giocattolo e non l'anime. Vale lo stesso identico discorso per i Masters, che nascono come giocattoli in plastica e non come serie TV. Filmation infatti stravolse alcuni personaggi perché Mattel ancora non li aveva realizzati ma solo annunciati. è il caso di Clawful, per esempio

detto questo, il God Sigma dell'anime è più bello e meglio proporzionato. Anche perché i giocattoli dell'epoca erano limitati per motivi tecnici, e lo sculpt rifletteva questa cosa


La situazione cambiò però presto: già nel 1982 uscirono i valkirye di Macross , considerati i primi modelli dotati di "kazen henkei " ovvero la trasformazione perfetta, ovverovvero la trasformazione di un modellino uguale identica all' anime.
Almeno così pubblicizzava la Takatoku.
Ippei Kuri, il boss della Tatsunoko , disse in un intervista come reputasse impossibile all' epoca animare robot così complessi.
Ma ce la fecero cmq.
E si sa , i limiti sono fatti per essere superati e così negli anni seguenti uscirono anime robot sempre più complessi che mi chiedo come diavolo facessero a realizzarli a mano.


credo sia "kanzen henkei".
No black and white in the blue...

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Zio Sam » 11/11/2016, 20:46

Infatti mi è scappata una enne, mannaggia.

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda =marco= » 11/11/2016, 20:50

Post molto affascinante! Grazie!

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Zio Sam » 11/11/2016, 20:55

Esempi di settei = modelli

Testa Grendizer settei e Grendizer CMS

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Re: I RAGIONAMENTI DI BANDAI (E NON SOLO) DIETRO A UN SOC

Messaggioda Simone G. » 12/11/2016, 1:43

be' il vetro della cabina di pilotaggio l'hanno fatto troppo basso.


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