BlueHeaven ha scritto:Io credo che ci siamo chiariti a questo punto. Tu ritieni che non ci sia alcuna propaganda e che siano solo reazioni di riallineamento guidate da ragioni monetarie.
Io credo che questo discorso, valido, non copra il 100% della faccenda e che una propaganda esista eccome. Dietro questa propaganda ci sono sia i gruppi direttamente interessati che sgomitano per strappare ciò che tradizionalmente appartiene ad altri gruppi, nel bene e nel male, e altri gruppi e tipologie di persone dei più disparati: dai distrattori di massa ai giustizieri sociali, dai frustrati ai cercatori di scontri, dai politicanti a quelli che semplicemente non hanno pensiero di profondità e si fanno trascinare. E altri ancora.
Sono diversi post che mi vuoi spingere in un angolo per potermi dare del complottaro: ebbene, posto che i complotti esistono e sono sempre esistiti e che questa caccia al complottaro è semplicenteme ridicola, io non lo so se ci siano dietro i poteri finanziari, o disegni politici di sorta o è semplicemente follia collettiva (del resto il Covid ne ha palesato delle belle). Su questo sono sicuro potremmo stare a disquisirne per mesi senza trovare una risposta definitiva e senza essere d'accordo. Ma il fatto di non sapere se sia un piano o una concausalità di circostanze non cambia il fatto che stia accadendo, su molti fronti: l'inclusività, il femminismo, la questione gender, l'abolizione dei ruoli nelle famiglie, ecc. Tutte cose che sulla carta sembrano buone, ma nell'applicazione sono altamente tossiche.
questo era chiaro.
io ti sto chiedendo LO SCOPO di questa propaganda.
qual è lo scopo, secondo te, nel cercare di distruggere le identità
mettendo un elfo nero in una fiction?
cosa ci devono fare? cosa rischiamo? perché dobbiamo avversare questo fenomeno?
BlueHeaven ha scritto:
Porto solo un esempio lampante (e banale, ma è per capire il senso) di cosa è una prevaricazione che va rimossa e cosa invece una follia di questo woke. La mia azienda attuale (ma non è un caso isolato) sta rivedendo tutte le politiche salariali per fare in modo che non ci sia discriminazione di livello di salario tra uomini e donne per posizioni analoghe. Sacrosanto (sebbene possa far sorgere talune perplessità per certi versi di opportunità aziendale, ma non spacchiamo il capello in quattro). La stessa azienda (ma tutte quelle per cui ho lavorato negli ultimi otto anni, e ne ho a pacchi di amici per cui vale lo stesso), spingono per assumere moltissime programmatrici e ingegneri donne, idealmente cercando il 50% e 50% tra uomini e donne. Sensato? No, follia allo stato puro. Perchè le donne che escono da queste formazioni sono una percentuale ad una cifra o poco più nel migliore dei casi. Come fai ad avere il 50% (ma anche solo il 20%!) di donne programmatrici se ne escono dalle università solo 4-5%? Significa essere assunti non per merito, ma per grazia ricevuta. Lascio a chi legge dedurne le implicazioni.
Mi sta bene? No. Sono io che sono retrogrado e non accetto il cambiamento dei tempi? No, perchè è una cosa sbagliata di per sè, che non ha che fare davvero con i diritti e pari opportunità, lo ha solo se ci si ferma in superficie (che è quello che fanno quasi tutti). La stesse perversità, spesso meno lampanti, stanno accadendo a tutti gli altri livelli da me menzionati più su.
anche io sono tendenzialmente contro le quote rosa come questione di principio.
ma parlando sempre di SCOPO, si tratta per l'appunto di agevolare e quindi invogliare
a intraprendere percorsi STEM una categoria in Italia
da sempre molto restia ad affrontare studi scientifici.
perché è da sempre molto restia a farlo? perché quel tipo
di percorso implica spesso e volentieri carriere e impegni
che, in assenza di politiche aziendali votate alle vere pari opportunità,
portano a una scelta obbligata tra famiglia e lavoro.
e spesso, per non dire quasi sempre, si sceglie la seconda.
nelle tue argomentazioni manca sempre lo scopo, mentre
furoreggia la tua indignazione che sì, permettimi di dirtelo,
è indice di un approccio - se non retrogrado - quanto meno conservatore alla realtà.
BlueHeaven ha scritto:Ora, uno può decidere di far finta che non stia accadendo nulla di tutto ciò, che tutto si svolge per il meglio e che è tutto rappresentativo dei tempi che cambiano, oppure di rendersi conto che tutto questo porta ad una disintegrazione dell'individualità, dove i ruoli nella famiglia e nella società non esisteranno, dove faremo finta che i colori della pelle non esistono e il sesso sia solo una parola senza significato.
Cosa non va in questo? I ruoli e le identità servono, perchè noi siamo invidui. Senza identità e ruoli siamo persi, indifesi, fragili. Diversi ruoli e diverse identità possono avere zone di sovrapposizione, ma hanno anche peculiarità che li rendono unici e tali. Quello che non va bene è che identità e ruoli vengano usati in maniera prevaricativa o abusiva.
non sto dicendo che va tutto bene e che questi cambiamenti sociali non provochino
traumi. tutti i cambiamenti sono traumatici.
ma di una cosa sono convinto: non si tratta di un grande piano segreto,
né dell'intenzione - o del rischio - di distruggere le identità.
perché, lascia che te le dica, se un'identità è determinata dalla razza, dal genere, dalla religione
o dalla nazionalità, quell'identità vale ben poco, in quanto è costruita su fattori omologanti.
non confondiamo senso di appartenenza con identità, sono due cose completamente diverse.
poi posso comprendere che a certe persone l'idea di un'identità (e di una società) fluida, che cambia, faccia paura.
ma il problema è loro, non di una componente dell'umanità che esiste da sempre
e che nei secoli varie forme di potere hanno cercato di schiacciare.