Garion-Oh ha scritto:Cannoloz ha scritto:E' come se rifiutassero il periodo della maturità per costringersi ad un'eterna pubertà.
Un certo regista di anime disse: “Japan lost the war to the Americans.Since that time, the education we received is not one that creates adults. Even for us, people in their 40s, and for the generation older than me, in their 50s and 60s, there’s no reasonable model of what an adult should be like.”
The theory that Japan’s defeat stripped the country of its independence and led to the creation of a nation of permanent children, weaklings forced to live under the protection of the American Big Daddy, is widely shared by artists and intellectuals in Japan. It is also a staple of popular cartoons, many of which feature a well-meaning government that turns out to be a facade concealing sinister and more powerful forces.
“I don’t see any adults here in Japan,”
“The fact that you see salarymen reading manga and pornography on the trains and being unafraid, unashamed or anything, is something you wouldn’t have seen 30 years ago, with people who grew up under a different system of government. They would have been far too embarrassed to open a book of cartoons or dirty pictures on a train. But that’s what we have now in Japan. We are a country of children.”
Un punto di vista interessante che, secondo me, ci prende a metà.
Mi spiego meglio.
Se è vero che le nazioni che hanno perso la guerra (Giappone, Germania ed Italia) sono state "evirate" (nel senso che qualsiasi attività "maschiale", ovvero film, fumetti, trasmissioni radio, cinema, propaganda di qualsiasi tipo, reclutamenti, feste particolari ecc. ecc.) cancellando ogni traccia di onore e dignità da questi paesi ed infangandone la loro cultura, le loro tradizioni (a cominciare da quelle militaristiche) e persino l'appartenenza razziale (basti pensare a quello che scrivevano gli americani dei giapponesi), è altrettanto vero che anche nazioni Alleate, dopo gli anni '70, hanno cominciato a spingere la loro "cultura" nella stessa direzione di quelle sconfitte.
Ma di quale "cultura" parliamo? Di quella cultura che possiamo vedere nei film e negli anime di oggi: se sei intelligente sei un pazzo criminale, se sei forte sei un violento, se sai combattere sei un aggressore, se ti piacciono le armi sei un assassino, se sei effemminato sei molto alla moda, se fai la checca isterica sei il simpaticone di turno, quelli che salvano il mondo solitamente sono i più scemi/deboli/timidi, più sei brutto e più sei una bella persona, più sei bello e più sei uno stronzo e così via.
Quindi è la "cultura del mediocre", quella che a poco a poco ci hanno inoculato. Ricordate i film degli anni '70/80/90? Stallone, Schwarzenegger, Bruce Willis...ecco, paragonateli a quelli di oggi. Impossibile, tranne qualche eccezione che comunque è rappresentata da film mediocri. Quel filone, così come quello degli anime dell'epoca, è stato totalmente prosciugato al fine di far posto alla rappresentazione dell'illustre mediocre.
Ci sono dubbi sul fatto che un ragazzo di 15 anni di oggi è (ovviamente) un coniglietto rosa in confronto ad un quindicenne di metà secolo scorso? Penso di no.
Quindi quello che è successo in Giappone è quello che è successo da noi: la prima castrazione a fine guerra, la seconda dopo gli anni '90, che poi sono i risultati del '68, se vogliamo dirla tutta.
Un ultimo esempio: di Star Wars, qual è il personaggio più affascinante e ricercato dai fans di tutta la saga?
Darth Vader o suo figlio? Ovviamente Darth Vader.
Sul serio, chi vorrebbe avere come alleato un Luke Skywalker? Tra lui e suo padre, chi vorreste?
E invece, già in quella saga vediamo l'elogio del tappo, insicuro e pure un po' scemotto.
Luke è uno che non brilla in niente. Guardacaso, proprio lui si riscopre essere un jedi. Si vede che queste doti erano ben nascoste eh.