YAMATO GN-O.GOU BRAIGER

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fulvio
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YAMATO GN-O.GOU BRAIGER

Messaggioda fulvio » 02/06/2016, 14:29

ROBOT

NOME: Braiger

MATERIALI: Plastica

TRASFORMABILE: Si

COMPONIBILE: No

ARTICOLAZIONI: Miste

FINITURA: Satinata


ACCESSORI

MATERIALI: Plastica

BASETTA ESPOSITIVA E PORTA ACCESSORI: No

PORTA ACCESSORI: No

LIBRETTO ILLUSTRATIVO: Si


DESCRIZIONE

La Yamato, questa volta, propone sul mercato il Braiger. Il robot appartiene ad una serie animata, prodotta dalla Toei Animation, andata in onda in patria nel 1981 e nata da un'idea di Yu Yamamoto.
La serie è composta da 39 episodi e fu trasmessa in Italia per la prima volta nel 1982.

La scatola è di generosissime dimensioni, ma il peso lascia un po’ perplessi (circa 400 grammi scarsi tra scatola e modello); ciò lascia presagire che di metallo ce ne sia ben poco. Una volta estratto il contenuto dalla scatola, il modello, i suoi accessori e le parti necessarie alle varie trasformazioni, sono raccolti all’interno di due contenitori di plastica trasparente. E’ presente anche un dvd contenente la sigla iniziale dell’anime, in giapponese. Visto il contenuto, il presagio iniziale diventa certezza… le uniche parti in lega metallica sono le viti usate per il montaggio del modello……….veramente un vero peccato!

Poco dopo mi spiego il perché dell’assenza del metallo; infatti il modello fa parte di una linea chiamata GN-O GOU, modelli di plastica di qualità superiore, quindi non appartiene alla serie GN-U HAGANE (die-cast) a cui appartengono il Groizer-X e il Danguard……………..
Consultando il libretto delle istruzioni, si apprende che il modello è in grado di effettuare tutte e 3 le trasformazioni viste nell’anime:

- robot Braiger

- astronave Braistar

- auto Braithunder

Yamato, per far ciò, ha utilizzato un sistema di attacca e stacca (tipo Lego) di alcune parti del modello.
In configurazione robot, il modello è molto stabile a dispetto dell’esiguo peso e, direi, anche più che sufficientemente posabile.

TESTA

Le testa si aggancia e sgancia dal modello per mezzo di un attacco calamitato. L’articolazione sferica su cui è montata le permette di accennare la flessione anteriore, l’estensione posteriore e l’inclinazione laterale; inoltre, è in grado di ruotare di 360° in entrambi i sensi sul proprio asse. Purtroppo, i diversi dettagli che l’arricchiscono, pur essendo ben realizzati, non sono messi in risalto dalla verniciatura: una leggera marcatura con del nero avrebbe fatto acquistare molti punti a tutto l’insieme.


BUSTO

Il busto è formato dall’unione di 3 sezioni separate: petto – addome – bacino. Esse sono tenute insieme da degli attacchi ad incastro.
L’addome è libero di ruotare sul proprio asse in entrambi i sensi. Le due parti che compongono la V sul petto sono dotate, alla base, di due cerniere; in questo modo possono essere ribaltate all’indietro in fase di trasformazione.
Dietro la schiena è possibile installare due bazooka orientabili. Tutte le parti esterne che formano il rivestimento del bacino sono movibili; in questo modo assecondano i movimenti delle cosce evitandone la limitazione.


SPALLE & BRACCIA

Le spalle sono rimovibili dal corpo e sono dotate di due articolazioni: la prima è a scatti e garantisce il movimento di estensione, flessione e circonduzione; la seconda è a resistenza e permette l’abduzione laterale delle braccia. Queste ultime possono ruotare sul proprio asse in entrambi i sensi.
L’estensione e la flessione del gomito sono affidate ad un’articolazione a scatti, che lavora su due fulcri; questa soluzione permette di raggiungere un ottimo angolo di flessione degli avambracci. Le mani sono direzionabili (grazie ad un attacco di tipo sferico all’altezza del polso), hanno il pollice mobile e sono rimovibili.


GAMBE

Nell’anca sono poste due articolazioni a resistenza: la prima per la flessione e l’estensione, la seconda per il movimento di abduzione e adduzione laterale delle cosce. Queste ultime sono dotate anche di movimento rotatorio in entrambi i sensi sul proprio asse.
Le ginocchia sono articolate a scatti.
Le gambe possono ruotare sul proprio asse (indipendentemente dal movimento di rotazione delle cosce), sono fornite di sistema telescopico e sono montate su delle cerniere che permettono loro di spostarsi lateralmente rispetto all’asse centrale delle cosce e di affiancarle in fase di trasformazione in astronave. Le caviglie permettono ai piedi di effettuare solamente un accenno di flessione laterale verso l’interno e l’esterno.
Di questa scelta tecnica ne paga lo scotto in primis la posabilità del modello e, successivamente, l’estetica, in quanto in quasi tutte le pose fatte assumere al robot, la pianta dei piedi non poggia completamente in terra.


TRASFORMAZIONI

Il passaggio da Braiger a Braistar o in Braithunder avviene per mezzo di una trasformazione che, come già detto in precedenza, necessita per forza dell’attacco e del distacco di alcune parti, molti dei quali avvengono per mezzo di incastri calamitati. Se si segue il libretto illustrativo, non si incontrano problemi di sorta, anche perché si è aiutati dagli ottimi incastri di cui il modello è fornito.
Al termine di ogni trasformazione ci si trova per le mani dei mezzi solidi, a dispetto di una scelta costruttiva del tipo attacca e stacca che farebbe presagire, invece, dei mezzi traballanti con parti cadenti ad ogni singolo spostamento.


ACCESSORI

Gli accessori sono interamente realizzati in materiale plastico, sono molto ben rifiniti e ottimamente realizzati.
Migliorabile, invece, è il sistema telescopico e orientabile dei due bazooka, che risulta essere troppo lento e “ballerino”.


VERNICIATURA

La verniciatura è ben realizzata: tutte le superfici sono lisce e prive di imperfezioni. C’è da segnalare una leggera variazione di tonalità di colore tra alcune zone rosse. Molto curate le linee di confine tra i colori, e tutti i dettagli. Sarebbe stato meglio, però, mettere alcune pannellature in risalto, marcandole con del colore nero; questo accorgimento avrebbe impreziosito l’estetica del modello, rendendola più accattivante.


CONCLUSIONI PERSONALI

La posabilità del modello è più che sufficiente ed è accompagnata da una altrettanto sufficiente stabilità. Migliorabile, sicuramente, l’escursione dei movimenti delle articolazioni delle caviglie.
Gli incastri sono ben fatti e offrono la giusta tenuta tra le parti.

La scelta di creare delle trasformazioni attacca e stacca, in puro stile Lego, era inevitabile; replicare esattamente nella realtà quello che accade nell’anime, senza l’uso di parti rimovibili e aggiuntive, è pressoché impossibile. Sotto questo punto di vista, infatti, non mi sento di criticare assolutamente la Yamato.
Invece, sento di criticare in maniera energica:

- la scelta di inserire questo soggetto nella linea GN-U GOU, e quindi di aver usato esclusivamente la plastica per la sua produzione: viste le trasformazioni, il modello poteva e doveva essere dotato tranquillamente di molte parti in lega metallica ed inserito nella linea GN-U HAGANE; con questa scelta, la Yamato ha di fatto creato una AF (d’accordo che è posabile e trasformabile, ma è leggerissima!). Non nascondo il fatto che la delusione è stata tanta!

- il prezzo: viene proposto in molti siti di vendita e di aste on-line ad un prezzo pari, se non superiore, a quello di un Voltes V della linea s.o.c.. Senza nulla togliere al Braiger… ma è come mettere a confronto l’oro con il ferro!
Una volta acquistato preparatevi a ricevere un modello più che sufficientemente valido sotto il profilo tecnico, ma ampiamente insufficiente sotto il profilo della presenza di lega metallica e del peso.

Immagine
Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c'era nessuno.
Cit.Martin Luther King

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